La resina per pavimenti e i suoi antenati

Un po’ di storia sulla resina per pavimentiresine per pavimenti Venber Verona

Due materiali utilizzati prima delle resine

Vi siete mai chiesti quale conoscenza ci debba essere alla base della [sc name=”Microdata Product Name_Category_Resina-Per-Pavimenti”]? Noi della Geo Hydrica abbiamo imparato a conoscerne i precursori. Come hanno fatto i nostri progettisti e chimici ad arrivare alle resine attuali? Hanno dovuto studiare i materiali naturali che le hanno precedute e quindi elaborare i vari passaggi industriali per crearne di nuove. In questo articolo vogliamo dare un breve cenno storico ai due principali antenati e illustrando il trattamento a cui essi venivano sottoposti e gli eventuali svantaggi rispetto alle resine di nuova generazione.

Il caucciù

Questa gomma naturale è un polimero idrocarburico denominato poliisoprene, formato in catene. E’ strutturato chimicamente tramite l’unione di quattro atomi di carbonio. Ognuno di questi è strettamente legato a tre atomi di idrogeno, in gruppi ricorrenti e ordinati.

il caucciù prima della resina per pavimentiIn natura si presenta come una sostanza bianca e lattiginosa. Viene ottenuto dall’estrazione e coagulazione della linfa di alcune piante tropicali della famiglia dell’Hevea Brasiliensis. In passato l’unica fonte naturale era rappresentata dalle piantagioni del bacino del Rio delle Amazzoni, successivamente venne avviata la piantagione anche a cura dell’uomo e la pianta si diffuse anche nel Sud Est asiatico. In seguito ci furono tentativi, non molto riusciti, di piantarla anche in Africa e in seguito in Europa (nel 1736).

Il caucciù è un elastomero amorfo, il che significa senza struttura propria. Non possiede particolari proprietà meccaniche, anzi ne è quasi privo e non è molto utile di per se stesso. Infatti per poterlo utilizzare si usa il processo della “vulcanizzazione”. Necessita di essere lavorato molto per poter avere un utilizzo in applicazioni pratiche. Viste le sue caratteristiche tecniche ed estetiche nettamente inferiori a quelle delle resine epossidiche e poliuretaniche, il caucciù non viene più impiegato nella creazione di pavimentazioni continue.


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La guttaperca

E’ un materiale naturale (gomma) molto simile al caucciù, anche dal punto di vista chimico. Il nome deriva dal malese jetah percàh, che significa “gomma di Percha” e deve il suo nome all’albero da cui si ricava. E’ un politerpene, cioè un materiale della famiglia dei terpeni legato a formare delle catene, dei polimeri. In sostanza è una materia plastica naturale di tipo elastomerico.

A differenza del caucciù la guttaperca non è amorfa ma semicristallina a temperatura ambiente, mentre a temperature molto più alte acquisisce una consistenza vetrosa. E’ stata utilizzata fin da metà ottocento per i rivestimenti dei cavi telegrafici e telefonici sommersi. Viene ancora usata in odontoiatria per chiudere i canali dentali dopo che sono stati svuotati per la devitalizzazione.

Fu introdotta in Italia da Giovanni Battista Pirelli, fondatore della ditta omonima, ai primi del novecento. Anch’essa presenta qualità molto basse rispetto alle resine epossidiche o poliuretaniche e in edilizia è praticamente in disuso perché sostituita da polimeri con performance molto più elevate.

Vantaggi della moderna resina per pavimenti

Le resine attualmente vengono prodotte con rigorosi metodi di sintesi, partendo da materie prime di altissima qualità. I polimeri di partenza sono progettati per ottenere le caratteristiche che portano ad un prodotto con specifiche tecniche di alto livello. In questo modo si ottiene un risultato qualitativamente alto sia in termini tecnici che estetici e che soddisfa anche il cliente più esigente. Utilizzando le gomme naturali, è ovvio che non era possibile modificare la materia all’origine e che quindi si doveva produrre con materiali esistenti, non controllati dall’uomo e che possedevano le loro specifiche caratteristiche, certamente con il punto a favore di essere sostanze naturali, perlomeno in origine.

Questo richiedeva che si studiassero metodologie anche complicate per poter modellare le resine naturali ed adattarle alle necessità. Alla fine si otteneva comunque un prodotto non impeccabile ed il prodotto non era nemmeno più considerabile “naturale” avendo sostenuto diversi processi di lavorazione e additivazione.

L’utilizzo di materiali naturali è quindi caduto in disuso a causa dei loro limiti tecnologici. Anche dopo essere stati trattati nel modo in cui stiamo per vedere, consentono utilizzi limitati e durate brevi. Essi mantengono sempre una consistenza poco robusta e non arrivano alla solidità che caratterizza i polimeri alla base della resina per pavimenti.

La vulcanizzazione

Nella realtà pratica ci sono voluti anni per riuscire ad ottenere dal caucciù e dalla guttaperca dei materiali che fossero effettivamente utilizzabili. Questi prodotti naturali hanno richiesto studio ed esperimenti continui fino ad arrivare ad una metodologia produttiva efficace. Il processo che consente di impiegarli è la vulcanizzazione.

Tale procedimento industriale consiste nel sottoporre a riscaldamento ad alta pressione la gomma naturale e legarla chimicamente a molecole di zolfo. Esso fu inventato da Charles Goodyear nella prima metà dell’ottocento. Si otteneva un materiale stabile ed elastico, abbastanza resistente ai solventi organici, pur senza le qualità delle attuali resine.

Con la vulcanizzazione viene provocata una modifica sostanziale alla struttura molecolare del polimero di base. Questo procedimento aumenta la resistenza alla trazione e l’elasticità. Inoltre vengono eliminate proprietà negative come l’abrasività e l’appiccicosità e viene conferita una maggiore resistenza all’ossidazione.

Gli additivi

Tutta la procedura industriale della vulcanizzazione viene favorita dagli additivi, i primi sono gli acceleranti. La rendono più veloce, stabile e ne diminuiscono la durata e la temperatura di esercizio. Poi abbiamo la categoria dei rinforzanti, come il nero carbonio, il carbonato di calcio e il talco. Servono per conferire maggiore resistenza all’usura, al taglio e all’abrasione.

Gli inibitori impediscono reazioni chimiche accessorie a quella principale e frenano altre reazioni che sarebbero dannose per il prodotto. Gli antiossidanti impediscono l’azione di degradazione provocata dall’ossigeno presente nell’atmosferica. Gli antinvecchianti come steroli, lecitine ed esteri, impediscono il rammollimento e la disgregazione, infine vengono aggiunti prodotti complementari come i coloranti.

Utilizzi

Osserviamo quindi una procedura antiquata e molto complessa. Questi materiali vulcanizzati sono stati utilizzati ampiamente per la produzione di gomma per pneumatici e in svariate altre applicazioni industriali, a volte anche nelle ricoperture dei fondi.

In passato la gomma vulcanizzata era semplicemente uno dei tanti materiali usati per proteggere la superficie dagli effetti del calpestio. Ora non viene più impiegata per realizzare pavimenti, date le sue inadeguate caratteristiche e viene più facilmente sostituita dalla resina per pavimenti.

La resina per pavimenti di Venber a Verona è molto più efficace, perché frutto di anni di ricerca, sviluppo ed esperienza nella posa. Grazie alla nostra cura ed esperienza, siamo in grado di fornirvi la resina per pavimenti più innovativa e di qualità che potrete trovare sul mercato.


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